Il pulpito del male
di Marco Cevolani
Prefazione
Mattia assieme all'amico Massimiliano scopre sotto la Pinacoteca di Cento una stanza segreta contenente opere mai conosciute del Guercino, trafugate dalla Confraternita, una temibile organizzazione segreta che ha lo scopo di gettare l'umanità nell'oscurantismo più totale.
Risolto questo mistero e dopo aver corso un serio pericolo, dato che stavano per essere uccisi da uno dei membri della spietata setta, Mattia si concede una breve vacanza a New York per assistere al concerto dell'amico Csaba. Proprio nella Grande Mela viene contattato da Riccardo, il primo fidanzato di Samuel. Riccardo gli rivela di essere a capo della Lega delle Frecce D'Oro, organizzazione sorta per combattere la Confraternita. Mattia inoltre viene a conoscenza dell'esistenza della Macchina del Tempo, che lui stesso inventerà in un futuro non troppo remoto.
Dopo questo turbinio di emozioni Mattia trascorre le proprie vacanze estive insieme alla fidanzatina Anisha, a lavorare in una cooperativa sociale sorta su terreni confiscati alla mafia, nei pressi di Palermo.
Mattia si scontra con il figlio del boss locale, Alex Cilente, ma ha salva la vita grazie all'intervento di Maschera e Mantello, che altri non sono che lo stesso Mattia e Massimiliano provenienti dal futuro.
Mattia però non si da per vinto, deciso a farla pagare a chi ha tentato di ucciderlo e casualmente invece salva la vita a Franco Velardeschi, figlio di un pentito, sequestrato proprio dai Cilente.
Con l'inizio del nuovo anno scolastico Mattia e Massimiliano fanno la conoscenza di un nuovo compagno di classe, Guido Frantoni, che alla notte è costretto a lavorare in un laboratorio tessile clandestino assieme ad altre persone, ma tutti vengono liberati da Maschera e Mantello alla loro prima missione.
Guido diventa presto amico di Mattia e Massimiliano e li convince a iniziare uno sport "dal sapore antico", le bocce e tutti e tre si iscrivono ad una gara organizzata dalla Bocciofila di Cento, giungendo inaspettatamente primi.
Mattia scopre che Guido è un appassionato di disegno e si accorge, guardando un suo quaderno, che ha disegnato la macchina del tempo, custodita nella piattaforma di Atlantide, la base segreta della Lega delle Frecce D'Oro.
Mattia passa l'estate seguente in India, assieme alla fidanzatina Anisha, e assiste casualmente all'omicidio del Professor Gupta Randani, eminente astronomo messo alla gogna per la sua folle ricerca dei Giardini di Abu Gassi, misteriosa struttura che custodisce una pietra proveniente dallo spazio dagli incredibili poteri. Mattia scopre che questi giardini esistono veramente e scopre che la pietra non è altro che un frammento dello stesso meteorite dal quale proviene il cuore di Atlantide. Scopre inoltre, ma questo ricordo gli viene cancellato, di essere uno dei figli della regina della misteriosa città perduta.
L'avventura che state leggendo si svolge circa tre anni dopo i fatti fin qui narrati. Noterete, se avete letto le precedenti avventure, che c'è molta meno (fanta)scienza e non si fa menzione a gran parte di quanto narrato in precedenza, circa Atlantide, viaggi nel tempo e Lega delle Frecce D'Oro, questo perché l'autore ha voluto dare uno stile più realistico alla storia, che fosse leggibile anche da chi magari si approccia al mondo di Mattia per la prima volta.
Prologo
"Io credo papà che dovresti parlare con il Sindaco, ogni volta che passiamo per questo incrocio ci mettiamo ore e ore."
Mattia osservava il traffico che solitamente c'era alla mattina, nei pressi della chiesa dell'Addolorata.
"In comune stanno già pensando di costruire una rotatoria, ma sai che per queste cose ci vuole tempo…e poi se avevi tanta fretta potevi prendere l'autobus." Rispose Samuel in tono un ironico: Mattia, la sera prima, era andato a ballare con Anisha e alcuni amici e si era svegliato tardi, perdendo così l'autobus.
Il ragazzo, intercettando l'allusione del padre, si maledì per aver accettato l'invito della sua ragazza: essere in ritardo lo metteva a disagio, essere assonnato ancora di più, essere imbottigliato nel traffico…be' non ne parliamo.
Il telefono di Mattia emise un tenue cicalino, un messaggio di Massimiliano: "Ehi fra', dove sei finito? Non c'eri stamattina sull'autobus! Sei ancora a letto?"
Mattia digitò velocemente la risposta: "Sono in auto con mio padre, mi sono svegliato troppo tardi! Mannaggia Anisha e la discoteca!"
Il ragazzo stava per riporre il cellulare nella tasca dei pantaloni quando arrivò un altro messaggio.
"Deve essere Anisha." Pensò, invece era un altro messaggio del compagno di classe.
"Qui sull'autobus si sta dicendo che è stato trovato un cadavere nella chiesa dell'Addolorata a Borgopianura!"
"Sono proprio qui davanti, vado a vedere!" Rispose, scrivendo, Mattia.
"Ehi papà fermati un attimo!"
Samuel arrestò di colpo la marcia dell'auto e Mattia scese di volata, raggiungendo di corsa il sagrato della chiesa, vide alcune auto dei carabinieri, un'ambulanza e il furgone del servizio funebre parcheggiate lì davanti.
Alcuni carabinieri erano impegnati a tenere lontani i curiosi, ma Mattia in un qualche modo riuscì a non farsi vedere e superò il cordone di sicurezza, quando vide il Maresciallo Colantuoni.
Il sottufficiale si avvicinò a lui con un viso che tradiva una certa disperazione.
Mattia si aspettava il solito bonario rimprovero, dato che il Maresciallo era un amico di famiglia, ma Colantuoni, una volta raggiuntolo, gli mise una mano sulla spalla e disse: "Si tratta del tuo compagno Luca, hanno trovato il cadavere nel pulpito della chiesa."
Capitolo 1
Aveva visto Luca per la prima volta allo stadio, era rimasto subito folgorato dal suo volto angelico e dal suo sorriso. Indossava la divisa della squadra e quindi, siccome era in tribuna e avrà avuto sì e no quindici anni, doveva essere per forza uno della Primavera.
Lo osservò quasi tutta la partita, ogni movimento che faceva, ogni parte del suo corpo, chiaramente per quello che poteva intuire da sotto la tuta, dal posto in cui era seduto non poteva vedere molto, Luca era qualche fila più avanti.
Una volta tornato a casa, decise dapprima di farsi una doccia e nudo, sotto il gettito dell'acqua calda, si immaginò di godere della compagnia del ragazzo, immaginando il suo corpo, sicuramente scolpito e atletico, seppure fosse poco più che un bambino.
Una volta terminata la doccia, indossò la sua solita e comoda vestaglia e si mise al computer: sul sito della squadra trovò anche la foto di Luca, ci aveva visto giusto, era uno della primavera, Luca Scotti, cercò anche i suoi eventuali profili social, era presente solo su facebook, ma era da un po' che non postava nulla, ma tuttavia lì trovò diverse sue foto, anche in costume, e le salvò nel suo archivio.
Dai suoi pensieri, nei giorni seguenti, però Luca scomparve, il lavoro solitamente lo prendeva molto, anche mentalmente. La settimana successiva però lo incrociò mentre stava andando al lavoro, il ragazzo molto probabilmente si stava dirigendo alla stazione delle corriere, aveva infatti visto dal suo profilo social che studiava a Ferrara.
"E se mi prendessi un bel giorno di ferie e prendessi pure io la corriera per Ferrara?" Disse fra sé e sé.
Anche il giorno seguente lo incrociò, ma quella volta ebbe il tempo di osservarlo bene, dato che il ragazzo era fermo al semaforo. "Come è bello!" pensò.
Giunto in ufficio cercò di sbrigare in meno tempo possibile il lavoro che doveva fare, un progetto di una villa, in modo che il suo capo, quando gli avesse chiesto un giorno libero, non avesse avuto nulla da dire.
Siccome non sapeva l'orario della corriera sulla quale Luca saliva, si presentò in stazione di buon mattino, avrebbe atteso il ragazzo con calma e pazienza.
Luca si presentò pochi minuti prima delle 7 e salì al volo sulla corriera che partiva dalla piazzola numero sette e lui fece altrettanto.
Il ragazzo si diresse verso il fondo della corriera dove lo stavano attendendo due suoi amici, ne riconobbe uno, Mattia Rosetti, il figlio di Samuel Bertelli, uno dei cittadini più in vista di Borgopianura.
Che Luca si fosse messo in fondo all'automezzo era per lui una disdetta, dato che non poteva certo voltarsi ad osservarlo come avrebbe voluto: gli unici altri posti liberi erano le prime file.
L'autobus giunse a Ferrara dopo una quarantina di minuti di viaggio, lui stette al suo posto immobile, attendendo che Luca scendesse assieme a tutti gli altri e attraverso i finestrini lo guardò allontanarsi.
"Deve essere mio." Si disse con la sua solita cupidigia.
Capitolo 2
Mattia e Massimiliano come ogni mattina erano comodamente seduti al bar davanti all'Istituto Fibonacci di Ferrara a fare colazione, in attesa dei compagni di classe che abitualmente si univano a loro: Luca e Guido.
"Come mai così in ritardo?" Disse Mattia quasi urlando, vedendo Luca avvicinarsi in tutta fretta.
"Eh sì, un piccolo contrattempo…ma…Guido non è ancora arrivato?"
"Ma quando ti deciderai a dirglielo?" Domandò a sua volta Mattia.
"Ho i miei tempi. Come ti ho detto non vorrei rovinare comunque la nostra amicizia."
"Certo che non ci potrebbe essere una coppia più differente di voi."
"In che senso?" Luca sembrava infastidito dall'osservazione dell'amico
"Be' tu sei effettivamente un bel ragazzo, molto solare e aperto, Guido è timido e riservato…" Mattia stava per dire anche: "...e non è certo bello quanto te" ma si trattenne vedendo il volto dell'amico che tradiva una certa arrabbiatura.
Luca tagliò corto: "Io capisco Mattia che a te piaccia dire la verità sempre e comunque e far uscire da quella tua bocca ogni cosa che ti passa per la testa, ma a volte dovresti frenare un attimino, non sono tutti sociopatici come te!"
Luca aveva confessato già da parecchie settimane di essere innamorato di Guido, Guido Frantoni, un loro compagno di classe, ma non aveva ancora trovato il modo di confessare questi sentimenti all'amico. Sapeva che con Mattia e Massimiliano poteva parlare in tranquillità e avere consigli.
"Stavi dicendo che hai avuto un contrattempo, spero nulla di grave, ti vedo piuttosto serio." Chiese Massimiliano nel tentativo di stemperare la tensione che si era venuta a creare.
"No, tranquillo, è che a volte Mattia…" Ma il motivo della cupezza che aveva adombrato il volto di Luca non era dovuto alla discussione che aveva appena avuto con il suo amico, quanto piuttosto al messaggio che aveva ricevuto da "quelli là", pensando alle persone che, suo malgrado, aveva iniziato a frequentare da un paio di anni.
Capitolo 3
Il Maresciallo Colantuoni aveva deciso di rimanere in ufficio oltre il solito orario: un omicidio a Borgopianura non capitava da anni, almeno dalla seconda Guerra Mondiale quando nella chiesa dell'Addolorata fu assassinato Giovanni Sanfelice, noto come il Partigiano di Borgopianura.
Voleva esaminare, da solo, nella tranquillità più assoluta, gli elementi raccolti fino a quel momento, anche se dal ritrovamento del cadavere erano passate appena quattordici ore.
Il cadavere, senza alcun vestito addosso, presentava una ferita da corpo contundente alla testa, secondo il coroner la probabile causa di morte. C'erano però anche dei segni di strangolamento e quindi solo l'autopsia avrebbe potuto fare maggiore chiarezza.
Il pulpito si trova a qualche metro di altezza e si raggiunge per un'angusta scala a chiocciola posta all'interno della colonna dove è arroccato. Era evidente che se il cadavere era stato portato lì ci sarebbero volute almeno due persone, ma poteva anche essere stato ucciso nel pulpito, probabilmente quindi da una persona sola.
Era nudo, l'autopsia avrebbe anche chiarito se avesse avuto rapporti sessuali: ma perchè fare sesso in un pulpito? Con che cosa era stato colpito? Nel pulpito non c'era nulla che potesse essere considerata l'arma del delitto, quindi vuol dire che l'assassino aveva portato con sé l'arma, chiaramente considerando il pulpito come luogo del delitto. Dove erano finiti i vestiti di Luca? Perché portarli via? Forse perché c'erano su di essi tracce organiche?
I risultati dei rilievi della scientifica fatti loco sarebbero arrivati il giorno seguente, magari avrebbero aiutato a indirizzare le indagini.
"Veniamo ai sospetti - disse il Maresciallo a bassa voce - Don Umberto, il parroco…ma lo escluderei, lo conosco da anni e poi sarebbe un fesso a nasconderlo proprio in chiesa. Un qualche amico o amica…magari un gioco finito male."
Non conosceva il ragazzo, ma conosceva bene uno dei suoi compagni di classe. Guardò l'orologio, erano quasi le 21, Samuel era un suo amico, sicuramente la sua telefonata non avrebbe creato disturbo.
"Salve Samuel, sono Colonantuoni, avrei bisogno di un favore, sto cercando di raccapezzarmi un po' su quello che è successo a Luca, so che è tardi, ma avrei bisogno di parlare con Mattia, magari stasera, posso fare un salto lì?"
"Mattia è su in camera, vieni pure, intanto lo vado a chiamare, sarà sicuramente disponibilissimo a rispondere alle tue domande."
In pochi minuti Colantuoni raggiunge la villa dei Bertelli, che si trovava dall'altra parte della città.
Venne fatto accomodare in salotto dove ad attenderlo c'era Mattia, prontissimo a collaborare alle indagini.
"Ho voluto parlare con te prima che con i genitori di Luca perchè be', sai, non sempre noi genitori sappiamo tutto sui nostri figli, mentre gli amici sì. Io ora ti farò delle domande, ti chiedo di rispondere in modo sincero." Poi rivolse lo sguardo a Benedetto e Samuel, se fossero usciti dalla stanza, probabilmente Mattia avrebbe risposto nel modo più veritiero possibile.
Mattia intercettò quello sguardo e si affrettò a dire: "Loro possono rimanere, non ho segreti."
Chiarita la questione, Colantuoni iniziò con le domande.
"Luca era finito in qualche giro strano?"
"Non faceva assolutamente uso di stupefacenti e nè spacciava, almeno da quello che so io. Poi sinceramente non so come potesse fare, dato che eravamo sempre insieme…io, lui, Massy e Guido, intendo."
"Hai notato qualcosa di strano nel suo comportamento, ultimamente?"
"No, anche se da parecchio tempo aveva iniziato a vestirsi un po' da fighetto, maglie firmate, profumi…ma credo che fosse per attirare l'attenzione di Guido… a dire la verità ho sempre pensato che volesse competere con me, avevo come l'impressione che fosse invidioso del mio tenore di vita, anche se non credi di averne mai fatto sfoggio, come lui, intendo."
"Attirare l'attenzione di Guido? In che senso?"
"Be' mi aveva confidato, a dire il vero a me e a Massimiliano, che era innamorato di Guido, Guido non sapeva nulla, io lo avevo esortato a dichiararsi…"
"Intendi Guido Frantoni?"
"Sì e chi altri se no?"
"Ti ha mai parlato di qualcosa di strano che gli era successo?"
"No, anche se, proprio qualche giorno fa, mentre eravamo al bar a far colazione, sembrava preoccupato per qualcosa, ma forse per via della nostra discussione, proprio di quella mattina." E il ragazzo raccontò quanto successo.
"Senti ragazzo, avrei necessità di parlare con Guido, ma lo voglio fare in modo informale, che ne diresti di accompagnarlo domani pomeriggio, dopo la scuola, in caserma da me?"
"Pensa che lui possa avere…"
"No, no assolutamente, ma più cose so di Luca…sì insomma, ci può aiutare nelle indagini."
Aveva mentito: Guido era da quel momento, visto quanto raccontatogli da Mattia, uno dei principali sospettati. Se avesse fatto un interrogatorio con i crismi del caso, avrebbe dovuto chiamare pure i genitori, era convinto che una chiacchierata informale, in presenza di Mattia, potesse essere in quel momento più che sufficiente.
Capitolo 4
Mattia sapeva che non ci avrebbe messo molto a convincere Guido ad andare, assieme a lui, a parlare con il Maresciallo e così fu, anzi, Guido era ben contento di poter dare il suo contributo, anche se non sapeva bene come.
Mattia però non ebbe il coraggio di dire a Guido che Luca si era innamorato di lui, sia perchè non voleva tradire la fiducia dell'amico, poi anche perchè non sapeva come avrebbe reagito Guido.
Mattia e Guido si presentarono alla stazione dei carabinieri di Borgopianura appena tornati da Ferrara.
Furono fatti accomodare subito nell'ufficio di Colantuoni, il quale arrivò pochi attimi dopo.
"Guido, tu hai avuto modo di parlare con Luca negli ultimi giorni?"
"In che senso?"
"Cioè se dopo la scuola, vi siete visti da soli, te e lui solamente, intendo…"
"No, anche perchè lui è di Borgopianura, io abito a Ferrara…"
"E via messaggio o mail o attraverso i social…che ne so, qualche chat?"
"Sì ci siamo scambiati dei messaggi…"
"E posso sapere cosa vi siete scritti?"
"Cose di compiti, abbiamo parlato di calcio e poi gli avevo fatto i complimenti perchè ultimamente mi sembrava…ecco… più carino del solito."
"Che intendi dire?"
"Ultimamente era sempre molto elegante, lo è sempre stato, ma ultimamente, ecco… di più."
"Ti ha mai detto qualcosa a riguardo di questo suo, diciamo, cambiamento?"
"No."
"Secondo te aveva una ragazza?"
A quella domanda Mattia si irrigidì un attimo sulla sedia, aveva capito cosa voleva fare Colantuoni, far dire a Guido se sapeva che Luca provava qualcosa per lui.
"A noi non ne ha mai parlato, ma a meno che non la tenesse nascosta nel taschino, visto che era sempre con noi, direi di no."
A quella frase Colantuoni rise.
"Pensi che Luca avesse qualche amico particolare?"
"Intende dire se avesse un ragazzo?"
"Sì."
"Non credo che Luca fosse gay, anche se…"
"Anche se…" Rimbeccò il maresciallo.
"Mi promette di non dirlo con nessuno" e poi voltandosi verso Mattia, "Anche tu Mattia mi devi promettere di tenere la bocca chiusa, con tutti…" Disse Guido quasi in lacrime.
"Certo Guido." Lo rassicurò Mattia.
"L'estate scorsa Luca mi era venuto a trovare a casa, siamo stati tutto un pomeriggio a giocare a videogiochi. Poi gli è venuta voglia di giocare a pallone al parchetto che sta proprio vicino casa mia, sapevo di averne uno in cantina. Siamo andati a prenderlo e…e mentre io lo stavo cercando mi ha chiesto quante volte mi masturbo al giorno. Io non sapevo cosa rispondere e gli ho detto che non facevo quelle cose. Lui mi ha preso la mano e se l'è messa sul suo pacco, insomma, lì e mi ha detto 'Se vuoi ti faccio vedere come si fa'. Io non sapevo cosa fare e…e l'ho lasciato fare…"
"Vi siete quindi masturbati a vicenda?
"Sì." Rispose Guido con un certo imbarazzo.
"Ti sei sentito a disagio?"
"Inizialmente avevo paura perché Luca mi ha preso la mano con forza, però dopo…mi è piaciuto…"
"Lo avete fatto altre volte?"
"No."
Mattia ascoltò la confessione dell'amico impietrito: era convinto che come amici si fossero sempre detti tutto, invece all'interno del loro gruppetto c'erano dei segreti.
Capitolo 5
Mattia e Guido uscirono dalla stazione dei carabinieri di Borgopianura quando ormai era pomeriggio inoltrato.
"Ti chiedo scusa." Disse Mattia. Il ragazzo non poteva certo immaginare che piega avrebbe preso l'interrogatorio, un vero e proprio interrogatorio e non una chiacchierata amichevole come aveva promesso il Maresciallo.
"E di che?" Guido aveva gli occhi lucidi, poi aggiunse: "I miei tornano a casa verso le otto, faccio in tempo a prendere l'autobus."
"Dai, ci facciamo venire a prendere da mio padre e poi ti accompagniamo noi."
A sentire quella frase il volto di Guido si illuminò: "Visto che mi toccherebbe aspettare i miei per cena, ma ho fame, oggi per via di questa cosa non ho nemmeno pranzato, ti va se ci prendiamo una pizza?"
Mattia accettò di buon grado l'invito.
Aspettarono Benedetto in silenzio, forse aspettando che fosse l'altro a dire qualcosa. Il papà di Mattia si presentò dopo una decina di minuti.
Arrivati a Ferrara, si diressero subito verso la pizzeria che stava proprio di fronte al condominio dove abitava Guido.
Benedetto, intuendo che i due volessero stare da soli, ne approfittò per farsi un giro in centro.
Una volta sedutisi al tavolo Guido attaccò bottone: "Pensi che Luca fosse gay?"
Mattia rispose sinceramente: "Sì", ma non ebbe coraggio di aggiungere altro.
"Nemmeno io lo sono, però ti dirò se mi avesse chiesto di metterci insieme, gli avrei detto di sì."
Mattia fu sorpreso da quella frase e chiese: "E come mai?"
"Non so, mi è sempre sembrato sicuro di sé, e…"
"E… quella cosa che abbiamo fatto…be' mi sarebbe piaciuto rifarla, ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo."
Colantuoni sapeva che quell'interrogatorio sarebbe stato inutilizzabile, ma si era persuaso che Guido non poteva certo essere l'assassino, anche se il movente ci poteva stare tutto: Luca potrebbe aver cercato un nuovo approccio con Guido, questi si era magari rifiutato, ne era scoppiato un litigio…
Il Maresciallo era comunque convinto che solo i risultati dei rilievi fatti in chiesa e sul corpo del ragazzo avrebbero potuto indirizzare le indagini.
I primi li trovò nella casella elettronica appena accese il computer, per gli altri ci sarebbero voluti ancora un paio di giorni.
Capitolo 6
A tre giorni dal delitto, senza un vero sospettato, senza sostanzialmente nulla in mano, tranne i risultati dei rilievi della polizia scientifica e del medico legale, che avevano lavorato giorno e notte per anticipare i risultati era giunto il momento per Colantuoni di fare il punto della situazione assieme ai suoi più fidati collaboratori, il Brigadiere Ghislendi, l'Appuntato Di Novi, e il Caporalmaggiore Aulenti. Il Maresciallo sapeva che se entro la settimana non ci fosse stata una vera pista da seguire sarebbe stato sollevato dalle indagini e da Roma sarebbero arrivati i cosiddetti rinforzi, il circo equestre li chiamava, parafrasando il letterario commissario Montalbano.
"Allora ragazzi, vediamo di fare un po' di ordine. Per prima cosa: autopsia e rilievi in loco, cosa sappiamo Ghislendi?" Chiese perentoriamente Colantuoni.
"La morte è stata causata dai ripetuti colpi ricevuti sulla fronte, i segni di strangolamento sono ante mortem, quindi si può presumere che l'assassino abbia dapprima cercato di strangolare il ragazzo e poi, forse perché aveva capito di non averlo comunque ucciso, ha deciso di finirlo in quel modo. Ci sono anche segni di una colluttazione, colpi non mortali, quasi che prima di morire sia stato picchiato. Abbiamo trovato tracce di lotta nei pressi del pulpito ma nessuna traccia biologica, se non quelle lasciate dal ragazzo. L'arma del delitto potrebbe essere una chiave inglese o un martello di piccole dimensioni. Sul corpo non sono stati tovati segni di violenza sessuale, ma il ragazzo era uso comunque a ricevere rapporti anali, non però quella sera o nei giorni immediatamente precedenti. Sul luogo del delitto sono state trovate tracce di sangue del ragazzo, è evidente che è stato ucciso nel pulpito. Pulpito che era - udite udite - luogo di frequenti incontri."
A sentire quelle parole Colantuoni e gli altri strabuzzarono gli occhi.
Ghislendi poi proseguì: "Sono state trovate tracce di sperma almeno risalenti a qualche giorno prima, tracce differenti, quindi non appartenenti ad una sola persona, stiamo attendendo di sapere se in mezzo al mazzo ci sia pure di sperma del ragazzo…o di qualcuno schedato."
"Ma del prete sappiamo qualcosa?" Intervenne Di Novi.
"Una volta chiarite le tracce, possiamo disporre analisi comparative, prima di allora nulla." Rispose Ghislendi.
"Io comunque, Maresciallo - interruppe Aulenti - mi sono permesso di far sorvegliare la chiesa, in modo molto discreto, per evitare che il prete si possa allontanare."
Aulenti spesso e volentieri prendeva iniziative che non erano proprie del suo grado, ma Colantuoni aveva un'alta considerazione del giovane e lo lasciava fare.
"Ottimo Aulenti, anche se sull'integrità morale di Don Umberto ci metterei la mano sul fuoco… invece per quanto riguarda il computer del ragazzo e il suo cellulare?" Chiese rivolgendosi nuovamente a Ghislendi.
"Aspettiamo ancora il via libera del magistrato, ho parlato con l'assistente del giudice Lisetti, domani avremo l'autorizzazione a procedere."
Colantuoni batté forte il pugno sul tavolo, imprecando: era fondamentale poter ispezionare il computer di Luca.
Ghislendi proseguì: "Il cellulare invece, almeno dalle tracce delle cellule telefoniche, non ha lasciato l'abitazione la sera del delitto, non risultano chiamate o messaggi particolari, tuttavia, è importante recuperarlo perchè potrebbe contenere qualcosa di interessante."
"Risultano altre sim intestate al ragazzo?" Chiese Di Novi
"No, anche perché come minorenne non ne potrebbe avere, la famiglia Scotti ha tre utenze mobili attive, padre, madre e appunto Luca."
"Mi raccomando, domattina appena arriva il fax da Ferrara, ti precipiti subito a casa degli Scotti." Disse Colantuoni, "Qualcosa dalle telecamere di sorveglianza dei dintorni?" Domandò poi rivolgendosi ad Aulenti, che era anche l'esperto informatico di tutta la caserma.
"Luca Scotti è passato davanti alla banca del Credito Agricolo il giorno 15 aprile alle ore 22…"
"La sera prima…" disse Colantuoni e gli altri all'unisono.
"Esattamente… Nella zona è l'unica telecamera, dato che la banca è proprio a pochi passi dalla Chiesa dell'Addolorata. Altre in zona non ce ne sono."
"Quindi sappiamo che Luca fino alle 22 era vivo e probabilmente è entrato in chiesa a quell'ora." Fece notare Ghislendi, "Ci sono altre persone, magari sospette, che erano in giro a quell'ora?"
"Cioè?"
"Magari qualcuno con la cosiddetta faccia da manette è stato ripreso in qualche punto della città, mi rendo conto che non vuol dire nulla, ma magari…"
"Penso di aver capito Brigadiere, faccio fare subito un controllo…"
"Sospettati?" Chiese infine Colantuoni: era interessato ad avere l'opinione di tutti loro.
Il primo a prendere la parola fu Di Novi: "Io mi sentirei di escludere sia Don Umberto e, a meno che non troviamo tracce della presenza di Frantoni a Borgopianura quella sera, pure lui. Io credo che Scotti sia finito in un giro di prostituzione minorile e qualcuno, magari temendo che il ragazzo potesse confidarsi con gli amici, gli ha chiuso la bocca."
Gli altri annuirono, segno che erano d'accordo con l'Appuntato.
"Abbiamo schedati o segnalati con precedenti simili qui a Borgopianura o nei paesi vicino?"
"No - disse Di Novi - a dire il vero qualcuno per atti osceni, beccato a scopare in auto in un qualche parcheggio, ma nulla di particolarmente illecito o che possa avere collegamenti con il nostro caso."
"Facciamoci comunque dare dai provider dei siti di incontri di un certo tipo, quante più informazioni possibili." Ordinò Colantuoni.
"Ma ci vuole prima sempre l'intervento del magistrato." Ribatté Aulenti.
"E noi facciamoci dare il nulla osta, ma intanto qualche telefonata in tono amichevole o supplichevole se preferisci, a questi signori facciamola, magari ci risparmiamo del tempo: vediamo se ci sono incontri clandestini in zona." Colantuoni fece una pausa e poi riprese: "Altre cose?"
Nessuno aggiunse alcunché.
Congedati i suoi uomini, Colantuoni decise di farsi una bella fumata, in santa pace.
Aprì la finestra e dopo aver acceso la pipa, diede subito un tiro profondo, osservando il cielo che presagiva temporali.
Avrebbe tanto voluto un aiuto da quei due tizi mascherati che qualche anno prima avevano fatto arrestare, a Ferrara, i gestori di un laboratorio tessile clandestino. Da allora di loro più nessuna traccia. Qualcuno aveva pensato che fosse stata in realtà una buffonata, ma sta di fatto che nessuno sapeva dell'esistenza di quel laboratorio.
"Purtroppo non sono il commissario Gordon che ha Batman al suo servizio."
Capitolo 7
Mattia era coricato sul letto e Massimiliano si ondeggiava sulla sedia.
"Che intendiamo fare?" Disse quest'ultimo.
"In che senso?" Domandò Mattia anche se aveva già pianificato le prossime mosse, ma non era sicuro se quello a cui aveva pensato fosse poi la cosa giusta da fare.
"Be' non mi dire che te ne vuoi stare qui con le mani in mano…"
"No assolutamente, ma questa volta è diverso."
"Stavolta te lo chiedo io: in che senso?"
"Stiamo parlando di un omicidio…"
I due ragazzi rimasero in silenzio per un attimo.
"La prima cosa da fare - riprese a dire Mattia - è recuperare il computer di Luca, qualcosa lì c'è sicuramente. L'autorizzazione del magistrato al sequestro deve ancora arrivare e comunque con le tecnologie di cui dispongono le forze dell'ordine potrebbero anche non cavarne fuori nulla, in tempi brevi. Con il nostro Goliath faremmo molto prima. Ma una volta elaborate le tracce, non faremo altro che consegnarle a Colantuoni, anche se non se lo merita."
"Non siete più amici?" Domandò in tono ironico Massimiliano.
"Be' l'altro giorno mi ha usato praticamente per quello che è stato un vero e proprio interrogatorio, e a me non piace essere usato. Se lo aiuto per le indagini lo faccio solo per Luca."
Massimiliano sapeva che Mattia non parlava mai a caso, ormai lo conosceva bene.
I due amici si mossero quella sera stessa, con l'ennesima scusa inventata per i suoi genitori, Massimiliano disse che avrebbe dormito a casa di Mattia dato che avevano "finito tardi di preparare una ricerca", Mattia riuscì a tenere a debita distanza Anisha fingendosi malato.
Quella volta non ci fu bisogno di travestimenti, si mossero in bicicletta, evitando comunque di essere inquadrati da telecamere di sorveglianza, sparse un po' ovunque.
Raggiunsero l'abitazione della famiglia Scotti. Fu abbastanza facile entrare nell'appartamento che era privo di sistemi di sicurezza, come fu facile addormentare i genitori di Luca.
Entrarono nella stanza di Luca, il suo portatile era ancora sulla scrivania. Mattia lo accese, collegò via remoto, con una particolare chiavetta, il computer a Goliath, che in pochi attimi copiò tutto il contenuto dell'apparecchio.
Massimiliano notò che su una delle mensole c'era il cellulare dell'amico, i due si scambiarono uno sguardo di intesa, Massimiliano lo prese e iniziò a guardare il contenuto, ma non trovò nulla di sospetto.
"Mettitelo in tasca, ce lo portiamo via." Disse Mattia.
"Ma non c'è nulla…"
"L'assassino potrebbe cercarlo, meglio che ce lo teniamo noi."
"E i carabinieri?"
"Se non c'è nulla loro non sanno che farsene, invece a noi può tornare utile ma mi raccomando finchè non rientriamo a casa mia, tienilo spento e stacca la batteria."
Una volta rientrati a Villa Bertelli, Mattia accese il suo computer, il Goliath e lo interrogò.
"Allora Goliath, ci sono mail di interesse nel computer del nostro amico?"
"Nulla da segnalare, non risultano registri da correlare ad attività sospette o illegali."
Non credendo a quello che aveva appena sentito Mattia disse: "Ti prego Goliath di ripetere le analisi".
Silenzio per qualche minuto, poi nuovamente la voce metallica del computer: "Nulla da segnalare, non risultano registri da correlare ad attività sospette o illegali."
"Tutta questa fatica per niente." Esclamò Massimiliano.
"E' impossibile, se è vero quello che dicono i carabinieri, ci deve essere qualcosa, non si può condurre una doppia vita senza nessuna traccia telematica."
"E se Luca avesse un altro computer e un altro cellulare?"
"Ma abbiamo controllato la sua stanza prima di venire via, anche l'appartamento proprio per vedere se a casa sua ci fosse un altro computer."
"La biblioteca!" Esclamò in un secondo momento Mattia.
"La biblioteca?" Fece di rimando Massimiliano.
"Luca spesso raccontava di andare in biblioteca a prendere libri da leggere, là ci sono postazioni di computer, potrebbe aver usato una di quelle.
"Ma lì tutti potrebbero leggere i messaggi."
"Se vuoi che nessuno veda i tuoi segreti li devi tenere in bella vista… potrebbe aver creato una utenza nascosta o qualcosa del genere."
"Allora domani giro in biblioteca?"
"Assolutamente sì."
"E del cellulare cosa ne facciamo?"
"Lo mettiamo nella nostra gabbia di Faraday, in modo che, se anche acceso, non sia rintracciabile, non sarebbe molto salutare ricevere la visita dei caramba e farci beccare con il cellulare della vittima di un omicidio. Vediamo se nei prossimi giorni qualcuno cercherà di mettersi in contatto con Luca, anche se presumo lui avesse un altro numero."
Capitolo 8
Luca era seduto al suo solito posto al cinema, non gli interessava se nessuno dei suoi amici era voluto venire con lui, ma lui adorava il cinema d'essai e poi tutto sommato non gli dispiaceva stare un po' da solo.
La rassegna si svolgeva ogni martedì sera, due spettacoli, lui preferiva il primo delle 21, per non fare troppo tardi.
Un signore si sedette accanto a lui e Luca iniziò a sentirsi un po' a disagio: non gli piaceva avere gente vicino, a meno che chiaramente non fossero i suoi amici e poi la sala era completamente vuota.
L'uomo gli mise una mano in mezzo alle gambe e Luca si pietrificò. Non sapeva cosa fare o pensare: sperava che qualcuno avesse visto quel gesto e corresse in suo aiuto, ma nello stesso tempo sperava il contrario, per la vergogna.
Il signore tenne la mano lì, ferma, senza fare nulla, poi ad un certo punto si alzò e andò via.
Luca rimase a sedere, immobile, fino alla fine della proiezione. Poi uscì a passo veloce, sperando che il tizio non fosse nascosto dietro il pesante tendaggio di cui era ornata la sala.
Una volta a casa si diresse subito nella sua stanza. Era solito, quando andava al cinema, scambiare una veloce opinione con i genitori sul film appena visto, quella sera li ignorò completamente.
Nei giorni successivi si dimenticò quasi di quanto accaduto, come che fosse stato un brutto sogno.
Ma arrivò presto il martedì successivo. Decise di andare al cinema, voleva sfidare le sue paure: se si fosse presentato nuovamente quell'uomo avrebbe iniziato ad urlare, in fondo aveva appena quindici anni, le persone lì in sala a chi avrebbero creduto?
Scelse nuovamente lo stesso posto, che poi era lo stesso ogni qual volta andava al cinema da solo: quarta fila dal basso, posto laterale.
Prima che le luci si spegnessero si guardò attorno: nessun individuo sospetto, nessuna persona che lo osservava.
La proiezione era iniziata da una trentina di minuti quando qualcuno si sedette accanto a lui, quella volta Luca ebbe però il coraggio di voltarsi per vedere in faccia l'uomo, la luce della proiezione illuminò il volto di un uomo sulla sessantina dal volto sottile. Non sapeva se era lo stesso ma il dubbio fu dissipato proprio da quell'individuo che iniziò a parlare sotto voce.
"Sono contento che tu sia tornato, sei veramente un bel ragazzo, se ti è piaciuto quello che abbiamo fatto l'altra volta dopo il film possiamo andare a casa mia e farlo comodamente sul letto e ti faccio anche un bel regalo."
Luca si alzò in piedi, avrebbe voluto urlare o dire qualcosa, ma uscì semplicemente dalla sala.
Il cinema di Borgopianura si affacciava su una piazzetta tutta attorniata di panchine. Luca si sedette su una di esse: non sapeva cosa fare, ma voleva anche vedere bene in faccia quell'uomo.
Dopo poco anch'egli uscì e si avvicinò a Luca che fece il gesto di alzarsi.
"Non devi aver paura, non voglio farti del male, dai mettiti a sedere che parliamo un po'"
Luca era quasi ipnotizzato dalla voce di quel tizio. Si sedette nuovamente e l'uomo si mise proprio accanto a lui e iniziò ad accarezzargli una gamba: "Sai, la prima volta ti ho visto allo stadio, poi qualche volta in bicicletta e quando ti ho visto entrare al cinema la scorsa settimana non ho resistito."
Il ragazzo avrebbe voluto vomitare: quell'uomo lo aveva sempre seguito? Ma dalla bocca gli uscì un'altra frase: "Abiti molto lontano?"
"No, sono anche io di Borgopianura."
"Io per le undici devo essere a casa, altrimenti i miei si preoccupano e poi se rientro tardi mi tengono chiuso in casa per il resto dei miei giorni."
L'uomo aveva parcheggiato poco lontano.
Il tizio, che aveva detto di chiamarsi Carlo, abitava in un condominio, effettivamente poco distante da dove abitava Luca.
"Non hai paura che qualcuno veda che ti porti un ragazzino a casa?" Disse Luca mentre entravano nell'ascensore
"Guarda che è la prima volta che lo faccio."
"Appunto…lo sai che sono minorenne vero?"
"Certo…"
"E non hai paura che io ti possa mettere nei guai?"
"Guarda che non ti voglio mica fare del male, un angelo così bello…"
Il cuore di Luca iniziò a battere a mille.
Raggiunto l'ultimo piano, Carlo fece strada al ragazzo: l'appartamento dell'uomo non era molto grande ma arredato molto elegantemente. Lo portò nella camera da letto.
"Vuoi qualcosa da bere?"
"No…" Disse Luca mentre si guardava attorno, "Certo hai proprio una bella casa, ma hai detto che volevi farmi un regalo."
"Cosa ti piacerebbe?"
"Il nuovo iphone."
"E quanto costa?"
"Ah, credo sui mille euro…"
L'uomo senza dire nulla si diresse verso uno dei quadri sulla parete, lo tolse dal chiodo rivelando la presenza di una cassaforte, la aprì e tirò fuori 10 banconote da 100 euro le porse al ragazzo che le mise, piegandole, nel marsupio che si portava appresso a tracolla.
"E cosa vorresti farmi?"
"Se ti spogli.. solo accarezzarti."
Luca obbedì, anche se una parte di lui avrebbe voluto scappare via.
Capitolo 9
La biblioteca di Borgopianura al pomeriggio apriva alle 15:30 e Mattia e Massimiliano si presentarono con qualche minuto di anticipo, per essere sicuri di trovare tutte le postazioni libere: i computer erano appena quattro, ma solitamente molto utilizzati dagli studenti. In un'ora controllarono tre computer, senza però trovare nulla, ne rimaneva uno solo anche se ormai avevano perso le speranze.
"O la va o la spacca." Disse Mattia quando inserì una delle sue speciali chiavette usb nell'apposito alloggiamento. Quel dispositivo avrebbe infettato il PC della biblioteca con un malware in grado di rivelare directory nascoste e accessi a siti illegali del dark web, era infatti convincimento dei due ragazzi che i carabinieri avessero ragione, l'amico si era infilato in un brutto giro di prostituzione minorile, che operava però nel dark web: se questi incontri venivano combinati attraverso siti "regolari" sarebbe stato facile per le forze dell'oridne scoprirlo, una cosa del genere, se veramente coinvolgeva dei borgopianuresi, avrebbe stravolto la città. "Certa gente preferisce non correre rischi."
La chiavetta iniziò a lampeggiare di rosso, segno che era stato trovato qualcosa.
Mattia cliccò sull'icona della chiavetta, lo speciale dispositivo aveva scaricato tutto l'archivio segreto creato da Luca.
Colantuoni era seduto alla sua scrivania, non aveva nemmeno cenato. La finestra era aperta. Da uno dei cassetti estrasse la sua inseparabile pipa.
Ormai era pronto a cedere il passo: le indagini non avevano condotto a nulla. Il Comandante Provinciale gli aveva già preannunciato le sue intenzioni di affidare l'incarico alla Squadra Operativa Speciale.
"Colantuoni! Non può essere che un ragazzino di 17 anni muore in una chiesa, il suo cadavere viene trovato nudo, e dopo 4 giorni non si sa ancora nulla, nemmeno un sospetto!"
"Generale, la situazione è delicata, si fa presto a mettere in cella qualcuno, ma se è innocenti gli roviniamo la vita per sempre!"
"Non me ne frega un cazzo della vita di chicchessia. Domani arrivano quelli di Roma, fornisca la più ampia collaborazione!"
Colantuoni stava pensando alla telefonata avuta con il Generale Azzoni quando dalla finestra aperta entrò un oggetto che piombò sulla scrivania del Maresciallo. Era una sfera di metallo. Temendo che fosse un ordigno esplosivo stava per aspettarsi il peggio, quando vide una sorta di incisione, due M.
Prese la sfera che era poi rotolata a terra. Era divisa in due parti, la aprì svitando una delle due, all'interno una chiavetta USB.
BORGOPIANURA: Sventata rete di pedofili che operava nel dark web.
Le indagini condotte dal Maresciallo Colantuoni circa la morte del giovane Luca Scotti, hanno permesso di scoperchiare un vero e proprio covo di vipere. Le persenone più altolocate di Borgopianura e di diverse città italiane, avevano organizzato, facendosi scudo del famigerato dark web, un giro di prostituzione minorile nel quale pare fosse finito anche Luca Scotti, trovato cadavere nella chiesa dell'Addolorata la scorsa settimana. Gli inquirenti non hanno ancora spiccato un mandato circa l'accusa di omicidio, ma è scontato che l'assassino si nasconda fra le persone arrestate nella giornata di ieri, è solo quindi questione di tempo per trovare l'autore o gli autori di uno degli omici che hanno sconvolto la cittadina ferrarese.
Massimiliano lesse ad alta voce l'articolo di giornale a Mattia, che osservava il panorama dalla finestra della camera dell'amico, quel giorno erano andati a casa sua per fare i compiti.
"Devo ammettere fra' che è stata un'ottima idea mettere quella microspia nell'ufficio di Colantuoni quando ci sei andato con Guido, ma come pensi di fare ora per toglierla? Ma…giusto, non sei pentito di aver fatto un favore a Colantuoni, non avevi detto di essere incazzato con lui?" Disse Massimiliano
"La morte di Luca vale più di una incazzatura, e poi abbiamo impedito che quelle persone continuassero a fare del male."
Massimiliano ripose il giornale con soddisfazione in uno dei raccoglitori che contenevano articoli sulle gesta di Maschera e Mantello.
"Non ti vedo preoccupato." Disse Mattia.
"Perchè lo dovrei essere?"
Massimiliano ormai conosceva Mattia fin dalla prima superiore. Quello sguardo significava che l'amico aveva capito tutto.
Capitolo 10
Massimiliano entrò nella chiesa di soppiatto, era molto buio, ma la poca luce che filtrava dalle vetrate poste in alto, vicino al soffitto, gli permisero di vedere la sagoma di Luca appoggiata al parapetto del pulpito.
Massimiliano salì per le scale che conducevano al baldacchino.
Luca disse: "Finalmente, Andrea…"
"No Andrea non verrà stasera, fottuto stronzo."
Massimiliano irruppe nel pulpito, afferrando Luca per il collo e scaraventandolo giù per l'angusto passaggio.
"Brutto maiale, sei già nudo in attesa di mio cugino, merda che non sei altro. Ma io ti ammazzo, quanto è vero Dio. E non me ne fotte una sega di andare in galera."
"Ti prego, fermati, sono quelle persone…"
"Sì Andrea mi ha raccontato tutto, ma ti giuro che se qualcuno dei tuoi amici è qua vicino, fa una brutta fine pure lui, da qui credimi non uscirai vivo."
Massimiliano afferrò nuovamente Luca per il collo.
"Perchè lo hai fatto!" Urlò Massimiliano.
"Il prete…"
"Il prete non ci sentirà, come non vi ha sentito nelle notti precedenti. Ma sistemerò anche lui."
"Massy, quelle persone sono terribili, ti prego…"
"Eravamo amici, come hai potuto, io e Mattia ti avremmo aiutato, come abbiamo fatto con Guido…"
Massimiliano vide il volto stupefatto di Luca.
"Sì, io e Mattia siamo Maschera e Mantello, merda umana. Mio cugino non lo dovevi toccare, un bambino di 11 anni…"
Massimiliano prese dalla tasca il martelletto che si era portato dietro, lasciando la presa.
Luca cadde a terra, ma non fece in tempo a evitare i colpi di quello che una volta era stato un suo amico.
"Luca riprendeva gli incontri che aveva con i ragazzini con il suo cellulare, quello segreto. Video che credo poi consegnasse a quei porci. Evidentemente provavano piacere a veder fottere i ragazzini in chiesa."
Massimiliano aprì il cassetto della scrivania e consegnò l'apparecchio a Mattia.
"Chiama Colantuoni se vuoi, ora."
"Ma non pensi che Luca potesse essere una vittima anche lui, aver subito anche lui delle violenze o essere stato costretto a fare certe cose a tuo cugino e magari ad altri ragazzini?"
"Chiama Colantuoni, forza, ma ti prego risparmiami le prediche, perché ti confesso, rompi i coglioni quando fai questi discorsi. Ma dimmi una cosa, come hai fatto a capire che ero stato io?"
"Ho visto il nome di tuo cugino nei file che abbiamo trovato nel pc utilizzato da Luca. Ho scoperto poi che i tuoi zii sono ritornati a Napoli, piuttosto in fretta…ma non ti devi preoccupare, prima di preparare la chiavetta che abbiamo consegnato a Colantuoni, ho tolto il suo nome e ogni riferimento che potesse ricondurre a lui. Ma una domanda. I vestiti di Luca?"
"Quelli li ho nascosti in garage da me, avrei trovato il modo di portarli in canonica da Don Umberto, per smuovere le indagini e tirare in mezzo anche lui, ma a questo punto mi pare superfluo."
"Perché riportare il cadavere di Luca nel pulpito? Ti deve essere costata una bella fatica. Ah, no, con i dispositivi cibernetici della tuta che sicuramente indossavi, non ti è costata alcuna fatica e, usando la tuta, hai evitato di lasciare qualsiasi traccia."
"Sì, grazie alla tua invenzione, è stato abbastanza agevole: volevo che trovassero il corpo di quel lurido stronzo lì, avrebbe fatto più scena."
"Ma c'è una cosa che ti ha tradito più di tutte…quando la mattina del ritrovamento del cadavere di Luca mi hai scritto che sull'autobus girava la voce appunto del rinvenimento di un corpo nella chiesa dell'Addolorata…l'autobus parte solitamente attorno alle 7 e a quell'ora era impossibile che qualcuno sapesse di quanto accaduto. Tu mi hai scritto perché sapevi, dal tracciamento che collega i nostri due cellulari, che ero proprio lì davanti."
"Volevo essere sicuro che ti ficcassi nel caso fin da subito, non mi bastava aver ucciso Luca, volevo che Maschera e Mantello facessero saltare per aria quel nido di serpi."
Mattia prese il cellulare di Luca. Aprì l'alloggiamento della sim, la estrasse e la osservò per alcuni secondi: "Una sim straniera, probabilmente dell'est Europa. Ci potrà servire, credo che di quegli stronzi ce ne siano in tutto il mondo, la nostra missione, caro socio, è appena cominciata!"

