Il Presidente

02.08.2025

Samuel stava guardando fuori dal finestrino del treno. Come davanti ad un grande televisore stava vedendo le immagini della propria vita: l'approdo al Lombardia Calcio, la lunga relazione con Riccardo, l'incontro con Benedetto, Mattia, i tanti viaggi come Ambasciatore della Nazioni Unite, immagini a volte confuse, a volte nitide.

"Samu...hai visto?" Domandò Benedetto, credendo che Samuel si fosse accorto della gente che si stava radunando sulla banchina.

"Cosa?" Samuel si scostò per un attimo dai suoi ricordi.

"Hai visto quanta gente? Ti sono venuti a salutare!"

La folla di gente stava aumentando via via sempre di più. Samuel rimase effettivamente sorpreso.

Samuel stava andando nella capitale per ricevere formalmente dal Presidente della Repubblica l'incarico di formare un nuovo governo.

L'ufficialità dell'incarico la si sarebbe avuta solo da lì a poche ore, ma la stampa aveva fatto trapelare alcune indiscrezioni e i tanti speranzosi che Samuel potesse dare vita ad un nuovo governo, conoscendone le capacità, si stavano radunando nelle varie stazioni ferroviarie nelle quali il treno sarebbe passato.

Dalle ultime elezioni politiche non era nata una maggioranza chiara e i due mesi di trattative e di consultazioni non avevano dato alcun esito. Era necessario dare un governo all'Italia, anche perchè le speculazioni internazionali stavano mettendo in serio pericolo i mercati.

"Sei la nostra ultima speranza." Fu questa frase, quasi un accorato appello del Presidente della Repubblica, a convincere Samuel; inutile dire infatti che le recenti attività del Fondo - ma chiaramente nessuno sapeva che in realtà erano scoperte della segreta Atlantide - avevano avuto una forte eco.

"Tutti i maggiori gruppi parlamentari sono concordi con il tuo nome...sulla tua strada troverai però diversi paletti, sinceramente mi auguro che tu li possa superare."

Samuel non si era mai mischiato con la politica italiana, ma aver ricoperto per tanti anni il ruolo di Ambasciatore delle Nazioni Unite gli aveva dato una certa esperienza.

Dal suo paese aveva avuto tanto, ora era il momento di ricambiare.

Una volta ricevuto il formale incarico dal Presidente avrebbe preso contatti con tutti i gruppi parlamentari: si era persuaso che l'unica via possibile fosse un governo tecnico-politico di ampio respiro e di alto profilo.

Il problema però non era solo sui nomi, c'era da definire il programma. Nessuno avrebbe scommesso sulla durata del suo governo: c'erano comunque diversi impegni internazionali da adempiere, alcune crisi internazionali da non sottovalutare, un ritorno immediato alle urne era sconsigliato, almeno non prima di una serie riforma elettorale e magari dell'ordinamento repubblicano.

Nell'agenda di governo al primo posto Samuel avrebbe senz'altro messo la lotta alla criminalità organizzata e l'ammodernamento strutturale e tecnologico del Paese, con l'aiuto del Fondo ma anche certo di Mattia e dei suoi segreti amici, sarebbe stato veramente possibile realizzare l'inimmaginabile.

Non aveva pensato ad alcun nome per i ministri anche se, ma fu un fugace pensiero, avrebbe voluto affidare a Mattia l'Università e la Ricerca Scientifica, chi meglio di lui avrebbe potuto ricoprire quel ruolo?

L'unica persona che avrebbe ostinatamente voluto nel suo governo era la sua cara amica Rosaria Centrolio. Era stata ministro delle Pari Opportunità quando Samuel era stato nominato Cavaliere della Repubblica, era Ministro dell'Istruzione nel governo uscito sconfitto dalle urne, ma era una donna di assoluto valore e intelligenza politica: l'incarico di Vicepresidente del Consiglio doveva essere suo.

Per un attimo pensò alle donne che avevano avuto un ruolo importante nella sua vita: Zia Veronica, la zia di Riccardo.

"Con il carattere che ha li metterebbe in fila tutto, quelli là." Pensò Samuel, riferendosi ai politici in generale. Poi Gloria Colois, che era stata direttrice della Colomba Bianca: "Cavolo, lei sarebbe stata l'ideale come Ministro degli Esteri".

Aveva conosciuto Gloria quando, dopo la morte di Riccardo, era andato a fare visita alla Colomba Bianca. Era stata lei a convincerlo ad accettare il ruolo di Ambasciatore delle Nazioni Unite. Una donna energica, esperta di politica internazionale, capace e decisa. Era venuta a mancare, purtroppo, da qualche anno.

Il Presidente della Repubblica aveva parlato di paletti: sicuramente i partiti avrebbero difeso le loro prerogative, ma il consenso che Samuel aveva nel paese, e lui lo percepì proprio quella sera, vedendo quelle persone che erano venute in stazione per salutarlo. Era una carta che poteva giocare e sul tavolo lui ne avrebbe messa un'altra: proprio le scoperte scentifiche che il Fondo aveva in animo di realizzare.

Avrebbe sicuramente formato un Governo con pochi ministri, tutti competenti nelle rispettive materie, sicuramente il meglio che la società civile e la politica potesse offrire.

In Parlamento avrebbe detto delle cose di cui il Paese aveva bisogno, sarebbe stato poi il Parlamento stesso a decidere sulla durata del suo governo.

Poco prima di salire sul treno aveva voluto rendere omaggio alle vittime della strage del 2 agosto 1980 e a stento trattenne le lacrime, gli succedeva ogni volta che per una qualche ragione si doveva recare alla stazione di Bologna e gli capitava di gettare lo sguarda verso la sala d'aspetto. Un gruppo di ragazzi gli si era avvicinato e Samuel si era rivolto a loro dicendo: 

"Qualcuno in passato ha provato a gettare addosso al nostro paese un manto di oscurità, ma gli italiani hanno sempre dimostrato di preferire la luce ed è solo portando la luce negli angoli più bui che possiamo sperare di avere pace e giustizia"


Tratto da "Samuel & Co." di Marco Cevolani, edizioni Freccia D'Oro

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Questi testi sono frutto della penna di Marco Cevolani, con un contributo creativo di Gemini. L'opera è un'invenzione; qualsiasi riferimento a fatti, persone o luoghi è da considerarsi casuale. Disponibile gratuitamente per la lettura e il download.

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