Da Borgopianura al Quirinale, la lunga marcia di Samuel Bertelli

Nel panorama politico italiano Samuel Bertelli ha rappresentato qualcosa che ancora oggi è difficile descrivere: è stato un punto di rottura, un punto di svolta e all'inzio della sua carriera (politica) nessuno avrebbe mai creduto che potesse arrivare così lontano. Forse è stato così anche quando iniziò l'altra sua carriera, quella calcistica. Ma se la prima ha portato risultati e prestigio in primo luogo a lui stesso e poi certo nelle squadre in cui ha militato, la seconda ha avuto risvolti su una platea più ampia di persone.
E all'indomani della sua elezione al Quirinale come quindicesimo presidente della repubblica è giunto il momento di tracciare un bilancio del suo percorso, sia come uomo delle istituzioni che come calciatore, dato che è difficile poter pensare che potesse esistere il primo senza il secondo. In questo hanno forse un po' ragione i suoi detrattori: senza le ricchezze accumulate grazie alla sua carriera di calciatore - e senza le intuizioni finanziarie del suo primo compagno, Riccardo Guglielmi - non sarebbe mai diventato l'uomo più ricco del pianeta; la sua sicurezza finanziaria - passateci questo eufemismo - gli ha permesso di fare, come si direbbe molto prosaicamente, "quello che gli pare" e di conseguenza la sua sicurezza nell'agire nella vita di tutti i giorni e di rapportarsi con il mondo politico, finanziario, economico senza bisogno di mostrarsi con il piattino in mano, gli ha poi conferito una analoga sicurezza nella sua azione politica ed è in questo modo che è diventato l'uomo carismatico che tutti conosciamo. Certo, i soldi non bastano a fare un buon politico, è evidente che ci ha messo del suo, e questo "suo" è una innata dose di giustizia e altruismo.
Samuel Bertelli è nato a Borgopianura, una cittadina in provincia di Ferrara, il 12 ottobre 1979. La sua è stata una normale famiglia: il padre Pietro un manager che si è sempre occupato della direzione di impianti sportivi; la madre Mirta casalinga.
La passione per il calcio non gli è però stata trasmessa dal padre: come Samuel ha sempre raccontato fu l'incontro casuale con un pallone trovato nel cortile del condominio dove abitava. A quindici anni si fece notare da alcuni osservatori ad una sorta di campionato parrocchiale e l'approdo con il calcio che conta fu "istantaneo". Approdato nelle giovanili del Lombardia Calcio, fece il suo esordio nella sfida decisiva per la Coppa Intercontinentale dove mise a segno il gol della vittoria.
Dopo la morte di Riccardo, conosciuto proprio all'oratorio da adolescente, sembrava tutto finito, ma la decisione di rilevare il Pieve Calcio, poi diventato Borgopianura Pieve Calcio e in fine Borgopianura Calcio, fu la prima svolta. Anzi, a dire il vero la prima svolta è stata la decisione di Riccardo di far costruire un nosocomio infantile alle porte di Cagliari, sulle rovine di una vecchia centrale idroelettrica.
Ma procediamo con ordine.
Durante una vacanza estiva nel capoluogo sardo, fatta quando Riccardo e Samuel avevano più o meno quindici anni, i due frequentavano, forse per cercare un luogo tranquillo dove stare in intimità, una vecchia e abbandonata centrale idroelettrica, sorta sulle sponde di un lago artificiale. Anni dopo, quando la carriera calcistica di Samuel aveva già preso il largo, Riccardo pensò di investire una discreta somma di denaro, si parlò all'epoca di cinquecentomila euro, in alcune aziende informatiche che stavano muovendo i primi passi - erano i primi anni 2000 - e questo ha permesso di decuplicare in poco tempo il patrimonio del giovane giocatore. Riccardo decise di acquisire i terreni dove sorgeva questa centrale (e tutto il lago) e di trasformalo nella Colomba Bianca, una clinica infantile diventata in poco tempo un nosocomio di prim'ordine a livello internazionale, per la cura di alcune patologie che colpiscono i bambini. A dirigerla Gloria Colois, una donna carismatica, già ambasciatrice delle Nazioni Unite.
(continua)
