Capitolo 7 - Benedetto

12.01.2025

Benedetto aveva iniziato piuttosto presto a essere un abile dongiovanni ossia a far cadere ai propri piedi le persone usando il suo fascino innato, a volte per puro piacere personale, a volte per un qualche tornaconto.

Un pomeriggio era in palestra che si stava facendo i fatti suoi: si stava allenando in santa pace quando due ragazze si erano messe a sedere su una panca lì vicino a osservarlo, facendo sotto voce, forse neanche troppo, apprezzamenti su di lui. La cosa lo aveva certo lusingato. Una delle due, Camilla, era piuttosto bruttina, almeno secondo i rigidi canoni estetici del ragazzo ma l'altra sua amica, Stefania era davvero uno schianto: carnagione scura, capelli neri, con quella maglietta tutta stretta che ne risaltava le forme.

Benedetto decise quindi di attaccare bottone e fece capire a Stefania che gli sarebbe piaciuto rivederla e senza nemmeno tanti preamboli si diedero appuntamento all'uscita della palestra – in un qualche modo era riuscita a liberarsi dell'amica – e si appartarono poi dietro allo stabile a "limonare di brutto", come amava raccontare agli amici. Aveva sedici anni e forse Stefania ne aveva qualcuno in più, per lui fu la prima volta.

La bellezza di Benedetto era tale da attrarre anche gli uomini e sempre la palestra di Borgopianura fungeva da teatro alle sue "performance".

Dopo il solito allenamento Benedetto ritornò negli spogliatoi, si spogliò completamente per farsi la doccia: quando entrò nel locale delle docce c'era già un uomo, che chiuse repentinamente il rubinetto appena vide il ragazzo, nel passargli dietro lo sfiorò delicatamente, Benedetto divenne tutto rosso. Il ragazzo decise di aspettare che quell'uomo si vestisse e uscisse prima di uscire a propria volta dalla doccia.

Una volta uscito dalla palestra, prima di salire in sella alla sua bicicletta, si guardò attorno, dell'uomo sembrava non esserci traccia, ma ad un tratto udì un colpo di clacson, si voltò di scatto: era quel tipo, che dal finestrino di una macchina extra lusso fece cenno al ragazzo di avvicinarsi a lui. Benedetto era un po' titubante.

"Spero che non ti sia offeso prima nella doccia, ma hai un culo così bello che non ho resistito".

A sentire quelle parole un senso di rabbia stava montando dentro di lui, stava per urlargli le più brutte offese dell'universo quando l'uomo proseguì: "Ti andrebbe di uscire a cena con me stasera? Ti porto in un bellissimo ristorante di Bologna, tranquillo niente sesso…solo quattro chiacchiere per conoscerci meglio".

"Non saprei...io non ho fatto mai cose del genere…non sono gay".

"Immagino che tu non sia gay, ma per un invito a cena…dai facciamo così...pensaci, se ti va ci vediamo qui davanti stasera alle otto. Ti aspetterò per mezz'ora…e se non dovessi accettare amici come prima".

In quel momento Benedetto non seppe che dire, avevo solo il desiderio di andarsene via: "Ok ci penso. Ci vediamo".

"Aspetta un attimo…E' un locale molto raffinato, non so come ti vesti solitamente, tieni questi– e nel mentre aprì il portafoglio e tirò fuori trecento euro – e vatti a comprare qualcosa di elegante. Altrimenti considerali un regalo per te."

Benedetto Prese i soldi senza esitazione, non ne aveva mai visti così tanti soldi in una volta sola.

In quell'istante il ragazzo capì come dare una svolta alla propria vita. Ovviamente accettò l'invito di quell'uomo, non solo quella volta ma tante altre volte, da tanti altri uomini…e donne.

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