Capitolo 3 - Si va in scena
Praga ai giorni nostri

Mattia stava osservando l'allestimento del palco proprio al centro del grande cortile, quando una donna, dall'aspetto molto avvenente, gli si avvicinò.
"Salve, Pamela Novak della Prague Gazette…permette un'intervista?"
Solitamente Mattia non amava essere disturbato mentre assisteva all'allestimento delle scenografie, che erano una parte fondamentale dei suoi spettacoli di magia e altrettanto solitamente non era permesso a nessuno di entrare, ma rimase folgorato dalla bellezza di quella donna che nemmeno le chiese come avesse fatto a varcare il cordone di sicurezza.
"Non concedo mai interviste durante gli allestimenti. Ho però un'ora libera a pranzo, alloggio all'Holden Hotel, va bene per l'una?"
"Mi vuole invitare in camera sua?" Chiese la giornalista piuttosto provocatoriamente.
"No assolutamente, ma il ristorante a mio avviso è uno dei migliori di tutta la città."
La ragazza fece un cenno con la testa, segno che aveva accettato l'invito, ma una leggera smorfia tradì l'insofferenza per non aver ottenuto l'intervista tanto desiderata.
Mattia non era certo indifferente al fascino femminile e anche se lo spettacolo che sarebbe andato in scena da lì a qualche giorno nel cortile del Castello di Praga faceva parte della missione "dei cinque" per sorvegliare i gioielli dei Romanov, non poteva certo farsi distrarre durante i preparativi. Ma prima di ritornare al suo lavoro chiamò Benedetto, raccontandogli quando era appena successo.
"Vuoi che ti aiuti a portartela a letto?" Domandò l'amico con ironia.
"Piantala di fare lo stupido - disse Mattia di rimando - voglio che sia tu a portartela a letto, il figo della compagnia sei tu, quello è un tuo compito."
"Pensi che abbia cattive intenzioni?"
"Siamo qui per una missione, meglio capire…che intenzioni abbia."
Mattia era seduto al tavolo da quasi un quarto d'ora quando vide Pamela varcare la soglia del ristorante. Un cameriere le si avvicinò, confabularono per pochi attimi e l'uomo le indicò il tavolo.
A differenza della mattina, Pamela gli porse la mano e Mattia ricambiò con un elegante baciamano che colse di sorpresa la donna.
"E' raro vedere un giovane così…." Tentò di dire lei, mentre un cameriere l'aiutava a sedere.
"...a modo?" Completò la frase il ragazzo, "Guardi che ho poi comunque venticinque anni…non sono più un ragazzino…"
"Ma infatti ho usato il termine "giovane"...un giovane parecchio talentuoso dato che è definito uno dei più talentuosi maghi in circolazione…a proposito… si definisce mago o prestigiatore?"
"E' già iniziata l'intervista?" Chiese Mattia un po' provocatoriamente.
"Se vuole…" Sorrise Pamela di rimando.
"Sono un po' tutte le cose… mago…prestigiatore…illusionista… ma come le ho detto questo ristorante a mio avviso è uno dei migliori della città, direi di ordinare e se lei è d'accordo possiamo fare un po' di intervista ora e un po' dopo."
"In che senso?" Pamela sembrava sorpresa.
"No.. no che ha capito…intendevo dire, un po' ora prima che inizino a portare l'ordinazione e un po' dopo, terminato il pranzo; deve sapere che non mi piace parlare mentre mangio."
"Un po' come il commissario Montalbano del grande Camilleri."
Stavolta a essere sorpreso fu Mattia e Pamela, intercettando lo sguardo del ragazzo si affrettò a dire: "E' famoso pure qui in Repubblica Ceca…"
Dopo aver ordinato entrambi un piatto di vepřo-knedlo-zelo. iniziarono, entrambi, le domande.
"Ma lei preferisce il Montalbano interpretato da Riondino o quello di Zingaretti?" Chiese Mattia.
"E' lei che mi sta facendo l'intervista?" Chiese di rimando la donna.
"Suvvia, si figuri, è solo per rompere il ghiaccio."
"A dire la verità i vostri due sceneggiati televisivi non li ho visti, ho solo letto alcuni libri… parecchio tempo fa."
"Prego, ora tocca a lei."
"Quando ha deciso di intraprendere la carriera di mago?"
"Fin da piccolo sono sempre stato appassionato di trucchi di prestigio. Mio padre mi regalò un kit di piccoli trucchetti… devo confessare che all'inizio ero un vero disastro, poi ho capito che era quello che volevo fare da grande e mi esercitavo tutti i giorni, parecchie ore al giorno."
"E i risultati si vedono, lei è veramente un portento. E' famoso per la cura maniacale che mette nell'allestimento delle scenografie."
"Quelle sono parte integrante dello spettacolo. Lei ha usato la parola giusta: "maniacale", sono un maniaco della perfezione e devo supervisionare tutto io direttamente."
"Ho visto che tiene particolarmente alla sicurezza."
"Certo, i miei trucchi non si devono mica vedere." Rispose infine Mattia, prima dell'arrivo di due bei piatti fumanti.
Mentre i due degustavano quella prelibatezza fatta di arrosto di maiale, canederli e crauti si scambiavano veloci occhiate, nel tentativo di scrutare i segreti che entrambi custodivano.
Terminato il pasto Pamela riprese il suo lavoro.
"Lo spettacolo coincide con l'arrivo di una importante collezione di gioielli dalla Russia, l'esposizione che sarà organizzata al Castello non la preoccupa?"
Mattia non distolse lo sguardo dalla donna, sperando di intercettare chissà quale espressione del volto e lui stesso cercò di non mostrare alcuna emozione, ma la domanda, non vi è dubbio, lo stupì e non poco.
"No assolutamente, anzi, io e il mio staff abbiamo scelto proprio questo posto, il Castello di Praga intendo, per omaggiare questa importante iniziativa culturale, che possa essere un ponte fra occidente e oriente, a dispetto di quanto è accaduto in passato. Naturalmente abbiamo avuto tutte le rassicurazioni del caso che non fossimo di intralcio."
Naturalmente i Cinque, con l'accordo dell'Amministrazione cittadina, avevano fatto in modo e maniera che lo spettacolo fosse concomitante all'inizio dell'esposizione, cercando di tenere lontano qualsiasi collegamento con Mattia, nessuno doveva sospettare che lui facesse parte dei cinque. Anche se le gesta del gruppo rimanevano nascoste agli occhi dell'opinione pubblica, nessuno sapeva cioè dell'esistenza del team, non così era fra chi ne richiedeva i servizi: era meglio che nessuno sapesse l'identità dei nostri cinque amici.
Terminata l'intervista Pamela si congedò piuttosto sbrigativamente ed uscì dal locale. Mattia rimase a sedere al suo posto in attesa che Massimiliano, che aveva osservato tutta la conversazione da un tavolo poco distante, si accomodasse.
"Allora che te ne è parso?" Chiese a Mattia.
"Non saprei, mi ha fatto una domanda sulla concomitanza fra il mio spettacolo e l'esposizione di gioielli che mi ha lasciato, devo dire, un po' perplesso. Un'intervista piuttosto banale, con domande scontate… e tu che mi dici?"
"E' veramente una giornalista, sono entrato in casa sua proprio stamattina e non ho trovato nulla di sospetto, ma vedo che a te impensierisce parecchio, come mai?"
"Sensazioni. Bisogna far entrare in scena Benedetto, ci voglio vedere chiaro."